Ancora una volta le parole di Piercamillo Davigo risultano semplicemente raccrapiccianti e si pongono al di fuori delle regole dello Stato di diritto. La cosa peggiore è che si rafforza l’idea che la strategia del pool di mani pulite fosse quella di arrestare gli indagati al solo fine di far loro confessare non la verità, bensì ciò che i magistrati stessi volevano dicessero. Come infatti sostiene Davigo, dei vari suicidi avvenuti in carcere ciò che lo ha rammaricato è di aver perso delle ‘fonti di informazione’, ovvero persone che stremate dalla permanenza in cella senza aver subito alcun processo avrebbero potuto potenzialmente accusare altri e ben più celebri indagati di qualsiasi nefandezza, vera o immaginaria. Il tutto al solo fine di perpetrare quello che appare sempre più come un vero e proprio golpe mediatico giudiziario finalizzato a colpire Craxi e i socialisti per agevolare altri partiti. Era questo il loro macabro disegno e lo hanno raggiunto, come dimostrano i successi politici ottenuti nel tempo da numerosi esponenti dell’allora Pci, giunti ai più prestigiosi incarichi istituzionali proprio grazie a quella drammatica stagione che ha cambiato le sorti dell’Italia. In un Paese normale questi magistrati, indegni di amministrare la giustizia perché del tutto privi di morale e carità umana, sarebbero stati indagati per induzione al suicidio. La speranza però è l’ultima a morire e, confidando nelle parole di Pietro Nenni, mi auguro possa prima o poi arrivare ‘uno più puro’ che epuri simili personaggi.
Lucio Barani (segretario nazionale Nuovo PSI)