Donald Trump e Silvio Berlusconi

Articolo a cura del Prof. Pietro Roccaro

Che piaccia o non piaccia il voto americano può essere visto come una sonora bocciatura di un sistema di potere che fino all’ ultimo ha tentato di salvare il salvabile o l’indefendibile di una delle peggiori amministrazioni della storia di questa nazione, sostenendo la candidatura di Kamala Harris una incapace arrogante come viene descritta negli ambienti politici di Washington, una ex magistrata ideologizzata che in Italia sarebbe stata sicuramente la leader di Magistratura Democratica con carriera al CSM.

Un Sistema di potere che ha manovrato per cinque anni un vecchio presidente rimbambito al quale ha fatto fare ogni sorta di schifezza: dall’ approvazione dei pseudo vaccini per favorire le multinazionali farmaceutiche che le hanno prodotte sotto la benedizione del dott. lobbysta Anthony Fauci  alla guerra in Ucraina foraggiata solo per cercare di isolare ed allontanare la Russia dall’ Europa, favorire gli intrallazzatori del Pentagono e la lobby agguerrita dei Neo Conservatori (con la signora Victoria Nuland, potentissima Sottosegretaria “dem”, convinta assertrice dell’allargamento della NATO con l’ingresso dell’Ucraina) e rendere la UE un organismo politico sempre più dipendente e succube delle scelte della Casa Bianca e del Deep State.

Il nostro paese in tutto questo scenario come si inquadra? Dopo il 1993 i partiti come il nostro, il PSI sono scomparsi (la finta rivoluzione giudiziaria che si scatenò non tanto per fare pulizia ma con l’obiettivo di eliminare politicamente Bettino Craxi che, infatti, si vide privato della possibilità di ritornare a Palazzo Chigi)  e ne sono nati dei nuovi tra partiti e movimenti (di matrice populista e giustizialista ma senza avere una benché minima cultura di governo).

Ma il dramma vero che nasce in quel biennio 1992-1994 è che se durante la prima Repubblica si poteva fare la distinzione chiara tra  destra, sinistra e centro, proprio da quel 1993 i partiti sono divenuti tutti uguali tra di loro, mi spiego meglio, essi rispondono alla medesima matrice ideologica ultra liberista e Neo Conservatrice di stampo anglosassone che ha cancellato ogni forma di Socialismo dall’ agenda di ogni governo nazionale (italiano ed europeo) e chi, timidamente ha tentato di ricondurre le politiche governative verso una strada più assistenziale e sociale è stato violentemente richiamato all’ordine da Bruxelles con le bacchettate delle lettere di diffida di commissari europei che promuovono e bocciano le nostre leggi di bilancio finanziarie, con lo spread che viene innalzato al massimo o abbassato a seconda del gradimento di quel governo in carica.

L’ ultimo governo Berlusconi nel novembre 2011, attaccato da Bruxelles per mesi e mesi fino a costringerlo alle dimissioni per poter poi formare il governo Monti, è un esempio recentissimo che tutti conosciamo purtroppo.

I poteri forti statunitensi, denominati Deep State (CIA, Pentagono, Dipartimento di Stato, FBI, le 7 Sorelle, la Casa Bianca) sono proprio gli stessi che hanno fortemente condizionato la politica in Italia non da ora ma da sempre e chi ha tentato di mettere in discussione l’ eccessiva intrusione americana nelle questioni politiche, economiche e sociali di casa nostra ha poi fatto una brutta fine, vedi ad esempio Craxi per la questione palestinese e di Sigonella, ma potrei citare anche la tragica quanto misteriosa fine del presidente dell’ENI Enrico Mattei che fu osteggiato fortemente per la sua visione di politica energetica totalmente indipendente dai grandi colossi a stelle e strisce. Nella mia analisi lamento proprio che i partiti  dopo il 1993 sono tutti fedeli all’ ideologia Neo Con ultra liberista di stampo Anglosassone e che i governi italiani, in particolare quelli di centrosinistra hanno la gravissima responsabilità di aver cancellato dalla loro agenda politica ogni riferimento al Socialismo e alle politiche sociali proprio per andare ad abbracciare le politiche economiche americane di stampo liberista e capitalista che furono esposte nel 1991 (dopo la scomparsa dell’URSS) in una sorta di vero e proprio Manifesto dei Neo Con.

Idee aberranti di politiche di rigore economico da ottenere con privatizzazioni, svendite di colossi industriali di Stato, tagli alla sanità pubblica, sulla scuola, sulle pensioni e con riforme del mercato del lavoro, che non avrebbero mai incontrato il favore di un governo socialista Craxi 2 e di una larga parte della stessa DC e che non incontrarono mai il pieno sostegno di Silvio Berlusconi, al quale va riconosciuta l’onestà intellettuale di avere preferito dimettersi dal governo piuttosto che rimanere per attuare almeno una di quelle linee programmatiche caldeggiate dalla UE e dalla stessa Casa Bianca che ha tutto l’interesse a non avere tra i piedi governi italiani eccessivamente forti ed autonomi.

Donald Trump potrà anche non piacere ma bisogna riconoscergli il merito di aver battuto tutti i poteri forti dei Neo Con del Deep State e con essi le faziose campagne mediatiche, gli annunci di catastrofi nazionali e globali compresi gli attentati, i proiettili, i processi, i radical chic di hollywood che adesso sentono il bisogno di trasferirsi da noi in Italia (come se già non ne avessimo di sinistrati da talk show). Dicevo che la simpatia per Trump è dovuta al fatto che tifavamo per lui contro le oligarchie e per un attimo il ricordo non poteva non andare a Silvio Berlusconi che in un clima analogo vinse le elezioni politiche di trent’anni fa sfidando le oligarchie Neo Con italiane che si erano strette attorno al carrozzone di Achille Occhetto della “gioiosa macchina di guerra” della coalizione Progressista. Il successo di Trump è analogo a quello che ha accompagnato Berlusconi per tre volte al governo; essi pur con i loro difetti e debolezze umane (alzi la mano chi non li ha) hanno rappresentato (nel caso dello scomparso Berlusconi) e rappresentano (nel caso odierno del sempre più pimpante Donald Trump) la riscossa dei “soli contro tutti” che hanno zittito l’arroganza, la spacconeria, la ruffianeria vomitevole del “clan” mediatico che domina nei media anche da noi ( i più traumatizzati per la sconfitta della Kamala Harris sono proprio i nostri giornalisti, opinionisti, editorialisti e conduttori tv di RAI e LA7). Godiamoci dunque la sconfitta dell’establishment americano e dei loro alleati europei ed italiani che ipocritamente si complimentano con il “nuovo” presidente eletto Trump ma che fino alla mattina del 5 novembre avevano già preparato i loro bei discorsi di cerimoniale in onore della Harris. Personaggi come Trump e come lo è stato Berlusconi sono odiati non per una questione ideologica, ma perché possiedono quel carisma e quella dote di simpatia empatica di cui si servono per portare scompiglio a sinistra e a destra, perché “asfaltano” o “trumpano” politici-politicanti di professione che pur avendo cv di lunga esperienza sono costretti a cedere il passo per forza di cose a questi personaggi ritenuti con disprezzo dei “tycoon”.

Un ultima annotazione mi sia concessa: la “sinistra” americana si è molto “italianizzata” (su questo aspetto, almeno per una volta sono gli americani ad avere preso a modello l’Italia), perché per mesi e mesi ha pensato solo alla mobilitazione contro Donald Trump chiamando alle armi Hollywood e sbandierando slogans di “pericolo fascista per l’America” e mentre si pensava a preparare le forze radical-chic anti-Trump, Trump andava nelle piazze o nelle fiere delle cittadine ad incontrare la gente comune e con loro parlava di problemi “reali” quali: tasse, sanità, pensioni, immigrazione, diritti sociali, protezionismo, tutte cose che il governo dormiente di Biden ed Harris non si erano mai sognate affrontare. Lo stesso film è andato in onda per quasi un trentennio con Berlusconi, attaccato per il conflitto di interesse, per la mafia, per le cene eleganti con le ragazze o per la ragazza marocchina fatta passare per “la nipote del presidente egiziano Mubarack”, ma rieletto a furor di popolo ugualmente ad ogni elezione. Perché si chiedevano a sinistra ciò avveniva? Perché il potere della televisione berlusconiana era tale da inebriare le menti ingenue delle persone? Magari era anche questo, ma un’altra spiegazione più plausibile era perché Berlusconi era l’unico leader politico che parlava veramente agli stomaci vuoti della gente e lo faceva senza infingimenti o ipocrisie di ogni sorta come, invece, li abbiamo visti fare a quella sinistra che ha perso ogni contatto con il proprio popolo e che si perde in chiacchiere sterili e discussioni astratte che non interessano a nessuno.

Loading

Di Staff

7 pensiero su “Donald Trump e quelle analogie con Silvio Berlusconi”
  1. Tutto giusto e condivisibile; il tema per noi è però come ricostruire una forza socialista, autonomista e craxiana all’interno del centro-destra per contaminarlo in maniera significativa della nostra gloriosa tradizione riformista! Non moriremo sicuramente piddini ma la nostra prospettiva non può essere neanche quella di morire trumpiani…dobbiamo tornare ad essere visibili per quello che siamo, ossia gli eredi e i continuatori, costi quel che costi, della storia del socialismo riformista italiano.

    1. Purtroppo, anche su questo sito non constato da anni un’attiva partecipazione, proprio per discutere e confrontarsi se non sporadiche analisi, presentazioni e risposte di pochi. Ripeto il Purtroppo, lei ha perfettamente ragione ma, se i vari componenti socialisti craxiani hanno ognuno intrapreso una propria autonomia e egocentrismo con il creare blog, giornali anche online, accentuando di fatto il pensiero del PSI a sola cultura, a ideologia da ricordare, onorevoli (come la stessa figlia di Craxi), come Battilocchio ed altri che sono aggregati ad altre formazioni, pur se detto centro-destra, e NON a formare un NPSI per la “gloriosa tradizione riformista” come lei menziona, è utopia sempre come lei giustamente sottolinea:”dobbiamo tornare ad essere visibili per quello che siamo, ossia gli eredi e i continuatori, costi quel che costi, della storia del socialismo riformista italiano”.
      Anni fa, sempre su questa pagina, auspicavo un coinvolgimento di Federare il NPSI con le ex forze politiche e serie dell’ex vero centrosinistra come i liberali, i repubblicani, i socialdemocratici, ma constato che se c’è qualche erede paterno o altri di queste forze politiche sono, per essere evidentemente eletti, confluite in vari attuali schieramenti. Pertanto non noto nulla all’orizzonte se non vedere ed ascoltare appoggi a quel o a quell’altro presidente di Regione da eleggere, ma la forza vera del NPSI dov’è, qual è?. Solo ricordi, celebrazioni, formazioni di circoli, eppoi? Speriamo in bene per noi e per il popolo italiano ed anche europeo.

    2. Buonasera Francesco, mi trovi d’accordo con te su ogni punto argomentato. Non voglio morire piedino ma neanche Fratello o Sorella d’Italia o Forza Italia, ma come hai ben detto dobbiamo sforzarci a ricostruire quell’ Unità Socialista che Bettino Craxi stava cercando di realizzare all’ inizio degli anni novanta e soprattutto non cerchiamo modelli in Trump o derivati nostrani, noi Socialisti abbiamo già un modello di grande Statista che ci ha lasciato in eredità un vasto bagaglio culturale e politico da cui è possibile trarre insegnamenti utili, e questo modello è appunto Bettino Craxi.

      1. Grazie Pietro, concordo anche io totalmente con la tua analisi. Il punto è che fare? Sono fermamente convinto che nessuna rinascita socialista sia possibile all’Interno degli attuali poli, occorre costruire un’alternativa, riscoprendo la nostra autonomia e la nostra identità ma so benissimo che l’operazione non è facile e che sono più di trent’anni che accumuliamo piccoli e grandi fallimenti. Dobbiamo provarci ancora, questo è sicuro!

  2. Eccellente analisi politica del prof. ROCCARO. Grazie per aver letto finalmente una vera pagina socio-politica dopo anni.

    1. Grazie mille per le belle parole Alberto ne sono lusingato. Detto questo,. rispondo al suo sfogo di prima, purtroppo il primo nemico dei Socialisti sono proprio i Socialisti con la loro atavica propensione a dividersi in partiti fotocopia o liste civiche o ad ingrassare altre formazioni politiche a destra come a sinistra. È innegabile che NPSI e il PSI di Maraio e Bobo Craxi dovrebbero federarsi assieme, ma si continua con l’ andare separati su strade opposte per accontentarsi di qualche consigliere comunale, regionale o parlamentare eletto. Credo che Bettino Craxi non ne sarebbe entusiasta ma auspicherebbe quell’ Unità di tutte le forze Socialiste, riformiste e progressista. Un cordiale saluto da Siracusa.

  3. Per chi non avesse letto IL RIFORMISTA, consiglio di cliccare su questo quotidiano online e visualizzare l’eccellente, per me, analisi (e con tanti altri riferimenti) pubblicata come di seguito:
    L’excurcus
    “La fine del PSI: trent’anni fa l’Italia si svegliò senza il primo partito italiano, moderno e democratico”. di Francesco Spartà
    15 Novembre 2024 alle 15:15

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *