Antonio Gramsci

Articolo a cura di:

Prof. Pietro Roccaro
Prof. Pietro Roccaro

Come accade ogni anno per Falcone, Piazza della Loggia, Piazza Fontana e quant’altro la sedicente classe politica nostrana di quest’ultimo tragico trentennio, accompagnata dalle fanfare delle Tv radio e giornali nessuno escluso, si sbizzarrisce nell’enfasi delle frasi fatte per rendere omaggio in modo speciale a Giacomo Matteotti e tentare così di appropriarsene indebitamente. In questo guazzabuglio mal recitato e goffo di appropriarsene per usarlo come loro icona hanno aperto una vera e propria gara. Una vera ed inaccettabile vergogna in cui una ben precisa “Narrazione” ha sostituito la vera “Storia” di Matteotti. Partiamo storicamente da un dato ben preciso: Giacomo non fu solo il grande oratore dell’ultimo suo discorso pronunciato alla Camera dei deputati contro il fascismo, anche se fu un gran bel discorso, ma ridurlo, come è stato fatto solo a quello, è cosa negativa e significa falsare la realtà. 

Oltre al bel discorso va ricordato e sottolineato che si scagliò contro Arnaldo Mussolini, fratello di Benito, accusato di essere il terminale delle esclusive concessioni petrolifere della Sinclair Oil americana del settore e contro Benito a cui lanciò e dimostrò l’accusa di falso in bilancio: un bilancio dello Stato dichiarato in pareggio quando il buco era di oltre due miliardi di lire dell’epoca ecc.

Una prima verità storica che nel centenario si sarebbe dovuto sottolineare è proprio la solitudine in cui anche gli stessi compagni di partito lo lasciarono abbandonandolo al suo destino. Una seconda, invece, riguarda l’espulsione, a pochi giorni dalla marcia su Roma, di Matteotti assieme a Turati, Treves, D’Aragona e Modigliani, da parte dell’ultra massimalista Giacinto Menotti Serrati, perché Giacomo era favorevole a un governo coi popolari e i liberali democratici che sbarrasse la strada al fascismo. Una terza e scomodissima verità storica furono i solidi legami del governo di Mosca con il governo di Roma dell’epoca che incisero sulla condotta dei comunisti italiani. La quarta verità storica, anch’essa appositamente nascosta, fu l’odio che i comunisti italiani scatenarono contro Matteotti, Sturzo e Turati, tutti e tre strumentalmente accusati di essere al traino del fascismo perché immaginavano delle irrealizzabili soluzioni parlamentari per defenestrare Mussolini. Quinta ed ultima verità storica fu l’invenzione, a lui rivolta, del termine social fascista coniata proprio in quei tragici giorni. Il tutto perché i neonati comunisti italiani fedeli al bolscevismo di Stalin considerarono il governo del Duce come l’ultimo stadio del governo della borghesia in Italia, fallito il quale ben presto sarebbe toccato a loro impossessarsene.

La perla finale dei comunisti contro Matteotti fu coniata, invece, da Antonio Gramsci allorchè in un articolo intitolato “il destino di Matteotti” pubblicato sul settimanale “Stato operaio” il 28 agosto in cui fu affondato politicamente con una frase ad effetto come il “pellegrino del nulla”. Il tutto perché nella visione riformista del Matteotti risuonava blasfema la sua visione politica: “Restiamo ognuno quel che siamo: voi siete comunisti per la dittatura e per il metodo della violenza delle minoranze: noi siamo socialisti e per il metodo democratico delle libere maggioranze. Non c’è quindi nulla di comune tra noi e voi”.

Un bel ricordo del martire, dell’eroe, senza riflettere su chi fu davvero, sull’uomo che si oppose ripetutamente al fascismo e che non credette nell’illusione della rivoluzione bolscevica è il dato caratterizzante di Matteotti. La cosa quasi irreale e comica, se non fosse divenuta tragica, è stata nel vedere oggi gli eredi politici di quelle due dottrine autoritarie come il fascismo ed il comunismo celebrare il centenario dell’omicidio. A nulla sono valsi gli sforzi della signora Schlein di vestire i panni del socialismo europeo in un perfido gioco delle parti per cui si “recita” il ruolo dei socialisti quando si è a Bruxelles ma poi ci si guarda bene dal rifare lo stesso verso quando si ritorna in Italia. Non va dimenticato, altresì, che il Pd non perde occasione per chiedere abiure del fascismo agli avversari di oggi. Se a sua volta avesse fatto lo stesso esame di coscienza nel rinnegare quella sua originaria scuola politica di matrice comunista e stalinista avrebbe compiuto un atto di onestà intellettuale. Ma alla storia, a loro conviene anteporre, per opportunità politica, la narrazione in cui hanno il ruolo principale “positivo” e di una presunta “superiorità morale”.

Quando si commemorano persone che hanno fatto la storia, eventi o date, occorrerebbe riportare anche le “verità scomode”, le quali sono state omesse per “ragioni di partito”, tenute dentro qualche cassetto ben chiuso. In poche parole censurate o relegate negli scritti di qualche studioso che non viene mai citato.

Giacomo Matteotti fu sempre orgogliosamente Socialista ed era solito ripetere, dopo la scissione di Livorno del 1921, “i Socialisti con i Socialisti, i comunisti con i comunisti”.

Nessuno, o quasi, ricorda che Matteotti venne irriso da Antonio Gramsci dopo la sua morte. “Combattente sfortunato” è definito Matteotti in un articolo apparso su “Lo Stato operario” il 28 agosto del 1924, a qualche settimana dal ritrovamento del corpo del deputato Socialista, e firmato da Antonio Gramsci. Quest’ ultimo, infatti , arrivò a definirlo “pellegrino del nulla”.

“Un pellegrino del nulla” che ancora oggi viene ricordato, commemorato e celebrato. Se mettiamo a confronto i risultati conseguiti dal Socialismo Riformista e progressista  con quelli raggiunti dal comunismo, i GULAG e la DITTATURA DEL PROLETARIATO, nella partita della storia ha vinto Giacomo Matteotti mentre Antonio Gramsci ha perso.

Lettera di Giacomo Matteotti al PCI

«Alla Direzione del Partito Comunista – Roma.

Riceviamo la vostra lettera contenente la solita proposta poligrafata per tutte le occasioni. L’esperienza delle altre volte, e dell’ultima in particolare, ci ha riconfermati nella convinzione che codeste vostre proposte, apparentemente formulate a scopo di «fronte unico», sono in sostanza lanciate ad esclusivo scopo di polemica coi partiti socialisti, e di nuove inutili dispute. Ciò può recare piacere o vantaggio a voi, come al Governo fascista, dominante con gli stessi metodi di dittatura e di violenza che voi auspicate. Ma non fa piacere né a noi né alla classe lavoratrice che subisce il danno delle vostre disquisizioni e dei riaccesi dissensi.

Chi ha moltiplicato e inasprito le ragioni di scissione di discordia nella classe lavoratrice, è inutile e ridicolo si torni a camuffare da unitario e da «fronte unico».

Restiamo ognuno quel che siamo: voi siete comunisti per la dittatura per il metodo della violenza delle minoranze: noi siamo socialisti per il metodo democratico delle libere maggioranze.

Non c’è quindi nulla di comune tra noi e voi.

Voi stessi lo dite ogni giorno, anzi ogni giorno ci accusate di tradimento contro il proletariato. Se siete quindi in buona fede, è malvagia da parte Vostra la proposta di unirvi coi traditori; se siete in malafede, noi non intendiamo prestarci ai trucchi di nessuno.

Perciò, una volta per tutte, vi avvertiamo che a simili proposte non abbiamo nulla da rispondere.

Tanto per vostra norma e definitivamente”.

GIACOMO MATTEOTTI

La verità storica ci racconta che non soltanto Giacomo Matteotti ma anche altri autorevoli esponenti del Socialismo liberale, progressista e riformista subirono lo stesso trattamento e finirono con l’essere iscritti nella “lista nera” dei “nemici” del Comunismo. O ci si piegava alla ortodossia comunista accettando di essere dei suoi passivi subalterni o altrimenti si rischiava di essere additati dalla Nomenklatura come dei nemici da abbattere, coniando per loro l’espressione “social fascista” (Pietro Nenni negli anni ’30) e “servo dell’imperialismo americano” (Craxi negli anni ’80).

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Di Staff

Un pensiero su “La sfida a sinistra tra Giacomo Matteotti e Antonio Gramsci: ovvero quando la “narrazione” ha sostituito la “storia””
  1. Consiglio il prof. PIETRO ROCCARO di pubblicare, se non l’avesse già prodotto, la STORIA che espone in un apposito Libro da poter acquistare. Le precise analisi dei fatti avvenuti non sono conosciute o in parte volontariamente taciute.
    Invito chi legge di evidenziare queste narrazioni affinchè la Verità trionfi sempre ed aumenti la vera Conoscenza in chi desidera vivere con coerenza e testimoniarla.
    Invito, cortesemente, il prof. ROCCARO ad indicarmi, e ad indicare così a tutti, se è già in libreria un suo Libro da acquistare inerente la Storia di quanto elegantemente propone su questo blog. Grazie.

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